
Frank Zappa
Frank Vincent Zappa (Baltimora, 21 dicembre 1940 – Los Angeles, 4 dicembre 1993) è stato un compositore,chitarrista, cantante,arrangiatore, direttore d’orchestra e produttore discografico statunitense. È considerato uno dei più grandi geni musicali del ‘900, capace di fondere molti generi a lui precedenti e contemporanei ottenendo un risultato insuperato.
Definire il genere musicale di Zappa è quasi impossibile, ma si può affermare che fosse coinvolto in ambiti musicali come rock, blues,jazz, fusion, avanguardia, musica classica, satira e cabaret.
Nacque a Baltimora, nel Maryland, il 21 dicembre del 1940, figlio di Francis Zappa (nato Francesco Zappa), un perito industrialeitaliano originario di Partinico (in provincia di Palermo), e di Rose Marie Zappa (nata Colimore), una casalinga statunitense di originifrancesi ed italiane.
Nel gennaio del 1951 la famiglia Zappa si trasferì a Miami, in Florida, dove Francis aveva trovato lavoro nel settore della Difesa. Il clima più mite di questo stato aiutò il piccolo Frank a guarire da asma, sinusiti eraffreddori a cui era spesso soggetto. A quattordici anni Frank ricevette come regalo dalla madre il suo primo strumento: un rullante. A causa del lavoro del padre la famiglia Zappa traslocò molto spesso: dopoMonterey si trasferì a Pomona, quindi a El Cajon e poi ancora a San Diego. Nel 1956 nuovamente si spostarono nella piccola cittadina di Lancaster.
L’educazione ricevuta da ragazzo risentì molto della cultura del padre, tuttavia Frank dimostrò da piccolo un immediato disgusto verso lagastronomia italiana e in età adulta verso il cattolicesimo, come ampiamente dimostrato dai testi delle sue canzoni. Per rendersi conto del clima di tensione che si era instaurato con suo padre, basti pensare che quando Frank andò a convivere con Kay Sherman, Francis vietò agli altri figli di andarlo a trovare fin quando la coppia non si fosse sposata regolarmente (1960).[senza fonte] Nel giugno del 1958 Zappa si diplomò alla Antelope Valley High School pur avendo conseguito un voto finale inferiore alla sufficienza. L’anno successivo Frank, ormai completamente preso dalla musica, decise di andare a vivere da solo dopo un tentativo del padre di convincerlo a iscriversi all’università.
Poliedrico e geniale chitarrista, divenne noto in tutto il mondo con il suo gruppo, The Mothers of Invention, nel 1966, grazie all’incisione delconcept album Freak Out!: il disco fece scalpore non solo perché era uno dei primi doppi album della storia del rock (dopo Blonde on Blonde di Bob Dylan), ma anche per i testi e la parodia dissacrante del rock degli anni sessanta. L’importanza epocale di Freak Out! è testimoniata anche dal fatto che Paul McCartney ha spesso dichiarato che l’opera dei Mothers of Invention è stata di fondamentale influenza nel concepimento e nella stesura dell’album dei Beatles Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band.
In seguito Zappa intraprese la carriera solista sfornando più di 60 produzioni eterogenee, sempre pregne di un forte senso dello humour (con testi dichiaratamente misogini e volgari), scagliandosi contro l’ordine costituito, l’industria della musica e i politici («Scrivo brutta musica perché l’America è brutta», dichiarò). Tale sua verve ironica e dissacrante fu sempre apprezzata, sebbene inizialmente solo in maniera superficiale. Non mancarono anche apparizioni televisive, tra le quali anche alcune al Saturday Night Live.
Nella sua intensa carriera ha collaborato con diversi musicisti (di cui alcuni apprezzati solisti) appartenenti ai generi più diversi, spesso contribuendo al loro successo: i rocker Captain Beefheart eAlice Cooper, il tastierista jazz George Duke, i chitarristi Steve Vai, Warren Cuccurullo, Adrian Belew eMike Keneally, il violinista Jean-Luc Ponty, il compositore new agePatrick O’Hearn, i batteristi Terry Bozzio,Vinnie Colaiuta e Chad Wackerman.
Zappa morì a causa di un cancro alla prostata il 4 dicembre 1993. Negli ultimi tempi della sua vita, già gravemente malato, dimostrò di non aver perso la sua vena polemica annunciando, come già fatto qualche decennio addietro, di volersi candidare alla presidenza degli Stati Uniti, in aperto dissenso con la politica dell’ex presidente Reagan e con quella di George H. W. Bush con questo slogan: «Potrei mai far peggio di Ronald Reagan?».
La sua sterminata produzione musicale è ancora in parte sconosciuta: attualmente il suo patrimonio artistico è gestito dalla seconda moglie (Gail Zappa) e dai figli (fra cui Dweezil) che stanno pubblicando alcuni album e DVD postumi.
Zappa fu perennemente in bilico tra il rock il jazz, il teatro dell’assurdo e la ricerca musicale più avanzata. Passando e ripassando all’infinito sulle molteplici linee di congiunzione di tutti i generi musicali, egli trasmette la sensazione di una purissima anarchia musicale non scevra da influssi classici e romantici. È di fatto riconosciuto come uno dei maggiori compositori contemporanei.
Autodidatta, potenziato da una creatività ipernormale e da una simpatica smania di protagonismo, preparatissimo e terribilmente serio sul piano professionale, i suoi testi sono spesso Dada e Stakanovisti. In realtà il suo progetto musicale (che lui definiva il “Progetto/Oggetto”) consisteva nel dedicarsi al proselitismo fra i fricchettoni e i lunatici, per poi proporre la sua musica seria e complicata dissimulata dietro una facciata rock sardonica e parodistica, condita con testi permeati di cinico e sbeffeggiante realismo, anche a costo di essere perseguitato per anni da luoghi comuni e leggende metropolitane.
Assistendo a un suo concerto, specialmente dal 1980 in poi, quando l’espressione del suo progetto aveva raggiunto la piena maturità, non si poteva rimanere indifferenti di fronte alla sua “figura” sempre più simile, nelle movenze, a quella di un burattino: vero mimo, con il naso molto prominente, si muoveva tra la musica dirigendola e raffigurandola. Mimica e teatralità erano perfettamente fuse con musica e scenografia: da ciò ne scaturiva lo spettacolo con l’insieme dei musicisti – valenti esecutori, ma non solo – che si costituivano parte integrante del pensiero musicistico di Zappa in maniera straordinariamente spontanea. Tra i numerosissimi aneddoti e vere e proprie “scene” presentate prima, durante e dopo i suoi concerti, di grande impatto fu l’idea/scena che mise in atto a Pistoia l’8 luglio 1982: fece installare unmegaschermo (mezzo non molto diffuso all’epoca) sul quale – in contemporanea al suo concerto – veniva proiettata la partita Germania Ovest-Francia dei mondiali di calcio. Prima di cominciare a suonare disse semplicemente e con pesante slang americano: «Chi non capisce un tubo della musica che faccio può tranquillamente guardarsi le partite… così non ha buttato i soldi del biglietto».
I suoi principali riferimenti musicali erano Igor Stravinskij, Edgar Varèse, Olivier Messiaen e, prima che fosse di moda, la world music; era attratto dal canto a tenore sardo, dallamusica classica indiana in stiledhrupad, Ravi Shankar e la musica bulgara. Per lui la distinzione tra “musica pop” e “musica seria” non aveva alcun significato («All’idea che il compositore crede di aver attinto qualche cosa di artistico corrisponde il fatto che quella musica non offre gran che a chi ascolta. Io ho un altro atteggiamento: anche se la maggior parte della gente non ama quello che faccio, quelli a cui piace si divertono; non la consumano perché è arte, ma perché ci provano gusto» disse in un’intervista[senza fonte]). Lo si potrebbe da questo punto di vista descrivere come uno dei primi compositori postmoderni.
Prima di suonare la chitarra Zappa si cimentò con la batteria, e non a caso i suoi gruppi ebbero sempre batteristi eccellenti. La ritmica delle sue composizioni è sempre stata molto complessa: un esempio è The Black Page brano scritto appositamente per Terry Bozzio, secondo Zappa l’unico in grado di eseguirlo (a causa della sua estrema complessità ritmica o “densità statistica”, rappresentate da una “pagina nera” di note). Il successore di Bozzio, Vinnie Colaiuta, eseguì il brano suonandolo a memoria durante l’audizione.
Zappa dichiarò che concepiva la musica come “decorazione del tempo”, una creazione barocca da costruire con le proprie mani, divertente e libera da schemi prestabiliti, basata sull’atonalità e sul ritmo(poliritmie, tempi dispari, addirittura ritmi irrazionali e casuali). Rappresentativa di questa visione è la fin troppo citata frase:
(EN)« Information is not knowledge / Knowledge is not wisdom / Wisdom is not truth / Truth is not beauty / Beauty is not love / Love is not music / MUSIC IS THE BEST. » | (IT)« L’informazione non è conoscenza / La conoscenza non è saggezza / La saggezza non è verità / La verità non è bellezza / La bellezza non è amore / L’amore non è musica / LA MUSICA È IL MEGLIO. » |
in cui Zappa trasforma il senso della poesia Ode su un’urna greca di John Keats integrandola con una poesia di Thomas Stearns Eliot.
Per tutta la carriera fu ossessionato dalla difficoltà di esecuzione dei suoi brani, chiedendo sempre il massimo ai suoi musicisti, al punto da definirsi “un tizio che scrive musica che non riesce a fare eseguire”. A metà degli anni ottanta la cosa lo spinse a utilizzare il Synclavier per eseguire le sue composizioni in modo assolutamente perfetto. Solo a fine carriera si disse abbastanza soddisfatto dell’esperienza con l’Ensemble Modern.
La sua eredità più facilmente apprezzabile è la sua infinita sperimentazione strumentale, sia dei suoni sia della tecnica chitarristica, ma il suo lascito più vero e importante sono le sue composizioni, complesse e raffinate. Uno dei maggiori estimatori di Zappa è stato Pierre Boulez che ha anche diretto alcune sue opere e, in un articolo postumo sulla rivista Musician, ha affermato: «Come musicista era una figura eccezionale perché apparteneva a due mondi: quello della musica rock e quello della musica classica. Ed entrambe le tipologie del suo lavoro gli sopravviveranno.».
Come prefazione alla propria autobiografia Zappa scrisse: «In genere un’autobiografia è opera di qualcuno che considera la propria vita fonte di incredibile interesse. Io non lo penso della mia ma sono tali e tanti i volumi stupidi che trattano di me, che ho creduto opportuno ci fosse almeno un libro serio sul mio conto.»
Di Zappa pubblico una raccolta dei maggiori successi, dove si può cogliere la incredibile vena atistica e la abile e raffinata opera compositrice che Zappa opera nei suoi brani: